Intervista Gennaio 2018

Intervista gennaio 2018

Bevendo un caffè turco con amici ex alunni del conservatorio di Istanbul.

Siento que una etapa de mi vida se ha ido, en mi se queda tristeza, soledad buscada, sencillez, capacidad de ver los aspectos de la vida sin juzgar a nadie. El amor universal, los sentimientos y las emociones que van más allá de la vida
Sento che una parte della mia vita se n’è andata, in me rimane tristezza, ricerca di solitudine, semplicità, capacità di vedere gli aspetti della vita senza giudicare nessuno. L’amore universale, i sentimenti e le emozioni che oltrepassano la vita.

◊ Ciao carissima, ti ricordiamo sempre con affetto e abbiamo letto delle tue pubblicazioni, perché ti senti triste e cerchi la solitudine?
Io cerco la solitudine quando non posso ascoltare il silenzio, ma il rumore della gente, che non vuole capire la verità di ciò che accade ogni giorno nel mondo. Triste, perché più il tempo passa, più si dimenticano i valori della vita.
◊ Ma allora forse sei diventata pessimista?
Assolutamente no, sono realista, ma con tanto desiderio di speranza, con la pazienza ed il non arrendermi mai al cinismo, alla spietata indifferenza, rafforzo la fiducia in me stessa, continuando sicura il mio cammino in qualunque situazione si presenti.
◊ Parlando con te, capiamo che hai sempre scelto le strade più difficili del tuo percorso artistico, perché questo?
Perché mi hanno dato la possibilità di capire che cos’è veramente la vita, il sacrificio, le rinunce, la gioia di raggiungere e realizzare i miei obiettivi.
◊ Perché molto spesso preferisci suonare in paesi a rischio e non in Europa? Non hai paura?
No, non ho paura, e a volte prediligo paesi a rischio per sdrammatizzare, l’idea che in tutti i paesi musulmani ci sia solo pericolo, è assurdo, è una patologia occidentale devastante che necessita guarigione, pur prendendo coscienza di dove si va e di come ci si deve comportare in certi luoghi per non incontrare problemi.
◊ La tua attività ti ha portato nelle località più disparate nel mondo, che cosa ti è rimasto da queste esperienze?
Un grande spirito di adattamento, molta sensibilità verso i problemi sociali mondiali, un amore multietnico, imparare che si può essere felici accontentandosi di poco.
◊ In questo 2018 che cosa ti farebbe star bene?
Prendermi un periodo, lontano dai media, senza cellulare ed internet, stare in una sana tranquillità, regalandomi la compagnia della natura, il mormorio delle onde del mare, ascoltando una sola voce: “quella dei gabbiani”.
◊ Ci dai un consiglio per essere più sereni?
Amatevi, non covate sentimenti di gelosia, siate umili ma con autostima, sempre disponibili verso le persone più deboli in difficoltà. Questo è il mio più sincero consiglio, che metto sempre in pratica con serenità.
◊ Sappiamo che tu hai molta fede, noi abbastanza, ma non sempre riusciamo a pregare, perché secondo te?
La preghiera si deve sentire nel cuore, nell’anima e la mente nel momento in cui si parla con Dio, dev’essere limpida, trasparente come l’acqua, pura, priva di influenze negative. Non è difficile, è molto naturale, più di quello che immaginate.
◊ Ritornando alla musica, qual è il tuo strumento preferito dopo il pianoforte?
È l’arpa, mio papà mi regalò una piccola arpa antica, mi innamorai subito, e anche se non sono più giovanissima, mi piacerebbe tanto avere almeno un approccio con questo meraviglioso strumento musicale, dal suono paragonabile al canto degli angeli.
◊ Che cosa ti manca di più attualmente?
La presenza fisica di tanti cari amici che vivono lontano da me, anche se…volendosi molto bene, si può essere vicini ovunque.