Il Tango ha fatto la storia dei balli di coppia e continua a farla.
Dal 1908 in Argentina si organizzano competizioni di tango, ma quando in Europa si iniziò a pensare di organizzare delle competizioni che comprendessero anche questo ballo, nessuno si prese la briga di andare ad indagare nei paesi di origine quello che era il vero tango; nacque così una nuova forma di Tango detto internazionale, standardizzazione del tango europeo già molto diverso da quello platense. Dal 1996 balli latini sono entrati nelle competizioni olimpiche, ma il tango aveva già una risonanza mondiale.
Tango per chi?
Imparare a ballare il tango vuol dire entrare a far parte di un universo “alternativo”, nel quale contano più gli “oggetti” caratteristici, i comportamenti che possono sembrare demodé, ma soprattutto occorre liberarsi dalle catene e dai vincoli imposti dalla nostra società, per lasciarsi trasportare dalla musica. Occorre diventare un tutt’uno con il partner, interagire fondersi in un unico corpo.
Le persone rigide, che difficilmente tendono a lasciarsi andare, troveranno forti difficoltà nell’avvicinarsi a questa danza che sa essere complicata ma allo stesso tempo semplice, perché il vero Tango si balla con il cuore. A questo proposito vorrei citare una lettera aperta alla gente del Tango scritta da Tete Rusconi, uno dei grandi vecchi milongheri molto conosciuto a Buenos Aires e in tutto il mondo per la sua opera di insegnamento e diffusione del tango. Nelle sue parole c’è un senso di allarme giustificato che riguarda il modo di ballare il tango disinteressandosi di quello che c’è dietro, della musica per prima e della tradizione, perché ognuno deve fare del Tango qualcosa di personale ma in accordo con musiche tradizione: ”L’11 dicembre 1998 si festeggia, qui a Buenos Aires, il giorno nazionale del tango: in questo giorno chi vi parla si rivolge con il più grande affetto e rispetto a tutti coloro che su questa terra hanno imparato, in un modo o in un altro, ad amare il Tango tanto quanto noi lo amiamo.
Io, Tete, vorrei che voi poteste ballare il Tango nel modo migliore, per trovare soddisfazione in una musica così piena di passione. Il tango è un sentimento: non è difficile imparare a ballare, ma allo stesso tempo non è facile. Però non si ballano figure o passi, si balla la musica. Non conosco ballerino o posto al mondo che abbia ballato senza musica.
Non si può restare nell’equivoco così a lungo: in questo modo non imparerete mai a ballare.
Siete voi a scegliere i maestri e i professori da invitare. Provate a vedere il tango da un altro punto di vista: provo a spiegarmi. Il tango è e sarà sempre musica, imparare a camminarla, ad ascoltarla, a sentirla, fino che si trasformi in qualcosa di proprio, da cui non ci si può più staccare. Da questo momento ogni persona, ogni ballerino prenderà il suo stile, uomini e donne. Basta quindi con gli imbrogli; non comprate modi ripetuti, comprate il Tango.
Perché non andate di più nelle milonghe di Buenos Aires?
Perché lì la gente milonguera veramente balla: sono loro che hanno insegnato a ballare la generazione attuale. Adesso la strada che si è intrapresa sembra essere un’altra, che fa apparire un tango diverso, un Tango camuffato. Per il bene del tango per il bene di tutti, con il cuore in mano vi dico, signori, ballate la musica. Perché la musica è il Tango!
Conclusioni
“Se sei malinconico, il Tango accarezza dolcemente la tua malinconia, se sei allegro è la colonna sonora giusta per proiettare sugli altri la tua allegria. Il tango sei tu. Sono i tuoi sentimenti, gli stati d’animo, le tue gioie o le tue tristezze a definirne il colore e il significato. Un brano dalle cadenze ampie e dal ritmo particolarmente lento può sembrare a te malinconico nostalgico e a un tuo amico caldo, intrigante ricco di sensualità. Quale delle due impressioni è la più vera? Tutte due, perché il tango è fatto così. Entra nel cuore passando dal canale aperto in quel momento ne assume la natura”. Astor Piazzolla
In questo commento, di Astor Piazzolla, c’è l’essenza di una musica che va al di là della semplice funzione di accompagnare i passi in questo ballo famosissimo.
Il tango esalta i sentimenti, cattura l’energia e ha la capacità di fondersi con le sensazioni più intime dell’animo umano. Il tango è poesia, nelle parole delle canzoni ma anche nel rapporto tra i ballerini; una poesia che si rinnova ad ogni sguardo, ad ogni contatto, e che si evolve ballo dopo ballo. Il tango è improvvisazione, creazione continua che nasce cresce nell’anima e si trasmette dall’esterno verso chi è abbastanza aperto per riceverlo. La musica del tango non si ascolta solo con le orecchie ma anche soprattutto con il cuore perché è il sentimento a caratterizzare il tango; il sentimento provato dalle persone che lo hanno fatto nascere; quello dei musicisti che l’hanno fatto crescere; quello dei parolieri e dei cantanti che lo hanno espresso con particolare ispirazione; quello dei ballerini che di volta in volta aprono il cuore ad un partner diverso in quei tre minuti così brevi ma così intensi. Perché il tango, più di ogni ballo finora, riesce ad esprimere in così poco tempo ciò che siamo realmente, perché non si può mentire, l’abbraccio è così stretto che ci farebbe scoprire subito. In una società in cui tutto invecchia rapidamente, in cui tutto viene consumato passa di moda, il tango con i suoi 100 anni e più ha saputo riconquistare una centralità con la sua struggente personalità e la sua rinnovata attualità in Europa, America e Giappone. Il tango incanta, coinvolge registi, scrittori, musicisti, folle sempre più ampie.
Il tango da sempre è andato controcorrente: ha rotto abitudini, usanze, consuetudini consolidate e per questo è divenuto trasgressivo, non tanto per l’abbraccio della coppia, quanto per la stranezza è complicazione dei passi che escono fuori da ogni regola.
Il tango è l’incontro tra la melodia sentimentale e la forza della habanera; le coreografie che caratterizzano la milonga; il ritmo del candombe.
Il tango, è il frutto dell’incontro di tradizioni musicali provenienti da più continenti.
Con il tango due coppie nello stesso momento, con la stessa musica, possono ballare tanghi completamente diversi nelle figure nello stile.
È facile intuire cosa verrebbe fuori dal confronto tra un tango ballato oggi con lo stesso tango ballato nel passato: sono cambiati gli elementi di contorno, i gusti e tanto altro.
Non si può paragonare il tango all’inizio ballato tra uomini sull’acciottolato delle vie di Buenos Aires, con quello poi ballato con scarpe “ad hoc” in sale con pavimenti in marmo.
Il tango è anche incontro tra due persone, fa emergere i nostri caratteri, le nostre debolezze, le nostre energie. È lo strumento di espressione dei sentimenti: dolore, gioia, senso di libertà.
In un mondo in cui impera l’individualismo, il tango consente a due persone di abbracciarsi, avvicinarsi, scoprirsi, vivere un’esperienza comune. È quasi una confessione che fa scoprire il compagno con cui si balla e propri difetti, limiti, debolezze. Il tango ci insegna a rispettare e sentire l’altro, a scambiare con lui emozioni profonde, ci educa ad una comunicazione autentica che aiuta l’uomo a riacquistare una centralità in parte perduta. Il tango è quindi momento di incontro, conoscenza, evasione, oggi come ieri perché l’uomo nel profondo non è cambiato.
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