Temi ricorrenti


I sentimenti

Le emozioni e i sentimenti sono alla base del momento tango e come tali sono presenti in moltissime canzoni con le loro molteplici sfaccettature. Il tango per il cantante, il ballerino, il musicista, può essere amore, sofferenza, rabbia, gelosia, abbandono; può essere gioia di vivere quando si è felici, malinconia quando si è tristi, ma è comunque un canale per trasmettere ciò che abbiamo dentro, sensazioni intime spesso impossibili da comunicare in altri modi. In questo il tango può veramente aiutarci fungendo da “terapia” per la coppia, ma anche per il nostro io.
I sentimenti sono più spesso quelli malinconici legati alla tristezza, l’abbandono, la perdita; perdita non solo dell’amore ma anche dell’amicizia, abbandono non solo della persona amata ma anche del paese di origine, delle tradizioni, della casa, oppure tutto in una volta come nella triste Adios muchachos.

Le donne

Pur essendo esistite cantanti di tango donne, esse si sono adattate a cantare tanghi con testi da uomo. Le donne, nei testi, sono croce delizia dell’uomo, spesso se ne parla male, definendole traditrice terribili, ma in fondo senza di loro il mondo non può andare avanti e questo l’uomo lo capisce. In Malena Homero Manzi canta una donna, anch’essa cantante di tango, descrivendola con struggente malinconia. Donna significa anche mamma, ma la mamma al contrario dell’amante non tradisce, non abbandona, anzi riesce a confortare il figlio nei momenti più brutti della sua vita. È l’unica vera, onesta, pura e degna donna che può stare nel cuore dell’uomo tanguero.

La Cumparsita

Tra i tanghi più conosciuti al mondo troviamo La Cumparsita, che già dal nome indica il miscuglio di razze di culture che fanno parte del tango. “Cumparsita” non è un termine spagnolo ma più probabilmente è ripresa dal dialetto siciliano, dove al posto di comparsa si usa cumparsa.
Nel carnevale del tango c’è questa, “comparsa” (qui si usa il diminutivo) che è una figura tipica. Gerardo Matos Rodriguez, nel 1915, si ispirò proprio a questa figura per comporre una marcetta orecchiabile per la festa di fine anno della facoltà di “Arquitectura”, che come tutte le altre facoltà aveva una canzone di fine anno. L’anno dopo gli studenti affidarono a Roberto Firpo il compito di dare alla marcetta una veste di tango. Nasce così nel 1916 una delle canzoni più amate della tradizione.
Evidente anche in questa canzone il ruolo consolatore della madre, unico personaggio con connotazioni positive presente in questo testo di stampo fortemente pessimistico.


L’amore

Come non parlare dell’amore? Amore non sempre felice, ma non per questo meno degno di essere vissuto. Amore intenso e pieno di poesia come nella triste Naranjo en flor.